
Jerry Lee Lewis, pianoforte in fiamme per il Killer del Rock
Jerry Lee Lewis e il suo pianoforte in fiamme: una storia che sfiora il mito. E se tutti conoscono ormai il racconto tormentato della vita di questo incredibile musicista, ancora pochi conoscono l’aneddoto che coinvolge anche Chuck Berry e che ha consegnato Great Balls Of Fire alla leggenda.

Jerry Lee Lewis: pianoforte in fiamme e musica del diavolo. L’immagine che lo scatenato pianista della Louisiana dava di sé in quei lontani anni Cinquanta oscillava sempre tra il talento e lo scandalo. Perché Jerry Lee Lewis univa il rock&roll puro a uno stile di performance eclettico e frenetico, in grado di oscurare persino un vero e proprio monumento della musica come Elvis Presley.
Ma il rock&roll, si sa, è pieno di misteri, miti e voci. E una delle leggende più insistenti degli ultimi decenni coinvolge proprio Jerry Lee Lewis e il suo pianoforte in fiamme. È proprio vero che Jerry Lee Lewis desse effettivamente dato fuoco ai suoi pianoforti sul palco?
Quello che sappiamo per certo, in realtà, è un episodio singolare e carico di fascino, che ha poi ispirato le performance del biondo pianista indiavolato. Un incidente? Beh, con Jerry Lee Lewis nei paraggi mai dire mai!
The Piano Burning Story
Jerry Lee Lewis aveva un’immagine di cattivo ragazzo nel Rock&Roll ed era noto per essere piuttosto turbolento sia sul palco che dietro le quinte, nonché nella sua vita privata. Non a caso, si era guadagnato l’appellativo di Killer. Questo suo tratto dirompente divideva moltissimo l’opinione pubblica tra chi lo adorava letteralmente e chi lo condannava a causa del suo stile di vita sfrenato e i suoi 7 matrimoni, di cui uno contratto con sua cugina tredicenne Myra. Ma quello che ancora lo rende un nome immortale del Rock è ciò che successe durante un concerto nel 1958, lo stesso anno in cui uscì il suo album omonimo.
Alan Freed aveva organizzato uno spettacolo itinerante con alcuni dei più grandi nomi del rock&roll dell’epoca.La tappa del Paramount Theater di Brooklyn a New York includeva, tra gli altri, Buddy Holly and the Crickets, Chuck Berry, the Chantels e Jerry Lee Lewis. Insomma, un vero e proprio gotha.
Freed decise che Chuck Berry avrebbe chiuso lo spettacolo. Questo significava una sola cosa: che Chuck Berry sarebbe stato senza dubbio l‘ospite di punta dell’intero concerto. Una decisione che non poteva che andare di traverso a uno come Jerry. La versione unanime di quella serata memorabile, però, narra che l’esibizione di Lee Lewis rubò letteralmente la scena. Salito sul palco, attaccò con “A Whole Lotta Shakin” e altri brani straconosciuti che trascinarono la folla in delirio. Poi, le cose cominciarono a prendere una piega decisamente selvaggia.
Un calcio allo sgabello
Nella biografia autorizzata “Jerry Lee Lewis: la sua storia” si racconta che il pubblico era così esaltato che la polizia dovette impedire che la gente saltasse direttamente sul palco. A quel punto, Lewis diede un calcio allo sgabello del piano, spruzzò del gas da una bottiglia di Coca-Cola sotto il coperchio alzato del piano, accese la fiamma e continuò a suonare “Great Balls of Fire”.
Chiunque capì di trovarsi catapultato in un momento che avrebbe fatto la storia della musica. Il teatro scoppiava di energia, la musica di Jerry Lee Lewis che si alzava a onde dal suo pianoforte in fiamme era un vero e proprio inno alla nuova generazione, ai tempi che cambiavano, al talento, alla forza dell musica che travolge tutto. Un trionfo.
Chuck dietro le quinte
Ma la storia non è ancora finita. Terminata l’esibizione, mentre tornava nel backstage con la sua tipica falcata baldanzosa, Lewis incrociò Chuck Berry che attendeva di entrare in scena come star della serata, secondo quanto stabilito dall’organizzazione. Si fermò davanti a lui, mentre sul palco erano già accorsi gli addetti del teatro per spegnere il pianoforte in fiamme e il pubblico urlava impazzito il suo nome.
“E adesso supera questo, campione!”, gli disse e si allontanò.
Ora, può darsi che le parole di Jerry non siano state propriamente questa. Varie fonti riferiscono epiteti ben più coloriti all’indirizzo di Berry, ma il succo era questo. La versione che circola maggiormente riporta un “I want to see you follow that, Chuck!” oppure un ben più intimidatorio “follow that, nigger!”
La leggenda di Jerry Lee Lewis e il piano in fiamme
Così, mentre “Great Balls Of Fire” seguiva il suo destino di hit immortale, la storia del pianoforte in fiamme veniva smentita e dettagliata mille volte persino dallo stesso Jerry Lee Lewis nel corso dei decenni.
In un articolo del 2014 per GQ,Chris Heath ha cercato di approfondire la storia. Nello stesso periodo, veniva pubblicata la biografia autorizzata del pianista e questo episodio suscitava ancora moltissima curiosità. Dopo mesi di ricerche, il giornalista capì che stabilire l’oggettiva verità su quella sera al Paramount Theatre di Brooklyn non era affatto facile. Health affermò che “Jerry Lee Lewis sembra essere immune dalla versioni definitive delle cose, e tutto sommato è quello che preferisce.”
In un’intervista, il cantante,che all’epoca aveva 70 anni, disse a Heath di aver davvero bruciato il piano. Ma ha anche affermato di aver spesso negato di averlo fatto perché è “ciò che la gente vuole sentire”.
Una frase che denota la dedizione piena che Jerry Lee Lewis aveva per il suo pubblico e la sua capacità di cogliere e interpretare il cambiamento dei tempi. Che è poi il tratto che la ha reso uno dei padri del Rock&Roll.
Jerry Lee Lewis e il suo pianoforte in fiamme nel biopic del 1989 “Great Balls Of Fire”