I Krifi Wag hanno appena pubblicato un nuovo album intitolato “Red Carpet Volume 1” e stanno affrontando una serie di concerti per promuoverlo. È l’occasione giusta per approfondire il discorso con questa band eclettica e di carattere.
Qual è il concept alla base del vostro nuovo album “Red Carpet Volume 1”?
Più che di “concept” si potrebbe parlare di trascorsi di vita, contingenza, crescita e sentimenti. I brani, nati da Simone, si sono poi evoluti naturalmente tramite l’incontro con Rolando, Tommaso e Pietro, e portano con sé un bagaglio di esperienze personali ed artistiche che prendono voce e si raccontano tramite Krifi Wag.
Come avete deciso il titolo dell’album e cosa rappresenta per voi?
Il titolo della raccolta nasce da un aneddoto avvenuto in una delle tanti folli notti padovane vissute dalla band, in cui un Tappeto Rosso è arrivato tra le mani del gruppo. Come sempre gli aneddoti ve li raccontiamo volentieri dal vivo… Ciò che c’è da sapere è che quell’avvenimento ci ha permesso di scegliere in sicurezza il nome del primo lavoro in Studio, carico di propositività e lungimiranza.
Quali sono le principali influenze musicali che avete incorporato in questo album?
Quali sono invece gli elementi stilistici che rivendicate come vostri, che definiscono la vostra identità?
Tra i vari membri sono condivise esperienza di musica estrema, legata a precedenti progetti o al gusto personale, così come ispirazioni musicali e in generale artistiche di varia natura.
La volontà del gruppo è quella di incorporare i differenti stimoli nel linguaggio proprio di Krifi Wag, che intrecciando chitarre scintillanti, rampanti linee di basso e batterie rimandanti a numerosi stili (anche innovativi) intende comunicare il fuoco dei sentimenti che brucia dietro a ogni brano.
Come è stato il processo creativo per la scrittura e la registrazione del nuovo album?
Come già detto i brani nascono dall’esperienza personale di Simone, poi incorporati nella visione e nel tocco personale di ogni membro. La scrittura di base è stata arricchita con un lavoro di insieme, in sala prove e non solo: questo ha portato a numerose versioni del materiale contenuto in Red Carpet Vol.1, ritrovabili sotto forma di una demo su bandacamp, di un Live in Studio presso il Fox Studio di Tessera (dove è stato poi registrato lo strumentale dell’EP), e persino di alcune versioni acustiche eseguite in Radio, presso Sherwood Open Live (Padova), e addirittura su una gondola in movimento.
C’è una canzone in particolare che vi piace di più su Red Carpet Volume 1?
Difficile attribuire di più ad una piuttosto che ad un’altra, dal momento che i brani coesistono e trattano ognuno di principi importanti e a noi cari. Se proprio proprio… trovate il video ufficiale di Maybe Tomorrow su Youtube!
Ogni album è come una fotografia della band in quel momento specifico. Come descrivereste il sound del vostro nuovo album rispetto ai vostri precedenti lavori?
Red Carpet si può definire come la forma definitiva del materiale appunto già presentato precedentemente in altre declinazioni. Si potrebbe definire una ormai completa e consapevole giovinezza.
Avete collaborato con altri artisti o produttori per questo album?
Non abbiamo collaborato con altri artisti ma ringraziamo Andrea Volpato del Fox Studio per il lavoro legato alla registrazione dell’EP.
Quali sono le città o i festival in cui siete più entusiasti di suonare durante il vostro tour?
Siamo sempre contenti di suonare in qualunque contesto, ma siamo molto felici di arrivare finalmente a Bologna, a Torino e al nostrano Maximum Festival.
Come pensate che il vostro tour di concerti per “Red Carpet Volume 1” si differenzierà dai vostri tour passati? Cosa deve aspettarsi chi verrà a vedervi per la prima volta?
La carica che chi ci ha già visto conosce rimarrà per sempre. Ciononostante ci si potrà aspettare più consapevolezza, brani inediti (addirittura esondanti da ciò che comprenderanno i due volumi di Red Carpet) e una grande proposta di coinvolgimento da parte nostra. Chi non ci ha ancora visti…si prepari.