INTERVISTA ESCLUSIVA ALLA CANTAUTRICE DALILA SPAGNOLO

INTERVISTA ESCLUSIVA ALLA CANTAUTRICE DALILA SPAGNOLO

Dalila Spagnolo è una cantautrice, eclettica sperimentatrice, scrive e canta in italiano, inglese e francese. Il suo sound spazia dal pop alla world music e fonde generi e stili musicali diversi. Il progetto cantautoriale di Dalila Spagnolo nasce nel 2020, e dopo il secondo posto al Premio Lunezia si concretizza nel 2021 con “Fragile”, l’album che segna il suo esordio discografico. Nello stesso anno rientra tra i vincitori di Area Sanremo, arriva in semifinale al Mei e al Primo Maggio a Roma.

RINGRAZIAMO LA CANTAUTRICE DALILA SPAGNOLO PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Qual è stata la tua ispirazione per iniziare a fare musica?

Credo che la prima ispirazione sia la mia vita, e quindi il mio vissuto stesso. Fin da piccola ballavo o cantavo per far muovere qualcosa dentro me, poi a 16 anni ho scritto la mia prima canzone. Era un momento magico che ha dato il via a uno svisceramento continuo delle mie emozioni. Quando scrivo e canto quello che ho dentro,  elaboro, mi evolvono, mi umanizzo. La mia crescita personale è strettamente legata a quella artistica. Porto la mia verità e spero arrivi sincera com’è. 

2) Come descriveresti il tuo stile musicale?

Fino ad ora è stato molto vario, soprattutto nel secondo disco. Questo mi servirà in questa nuova fase di scrittura e produzione, in cui prenderò una linea ben precisa. Fino ad ora,  il mio stile credo possa chiamarsi pop cantautoriale, con sfumature world e inflessioni soul date dal mio background. Non mi è mai piaciuto definirmi e faccio fatica ad identificarmi dentro un genere. 

3) L’album “La fame nelle scarpe” è uscito il 9 maggio del 2023, puoi parlarci di questo lavoro discografico e del precedente album “Fragile”?

Fragile è un disco delicato e speranzoso,  dal sound ‘sollevato’, arioso, dolce. I testi parlano di fratellanza, di fragilità come potenziale, e riflette il mondo pandemico visto da un punto di vista speranzoso. La fame nelle scarpe ha una scarica verso terra, è più crudo e diretto. Parla di timori, solitudine, inquietudine, auto sabotaggio, ma ancora una volta non perdo occasione di raccontare il risvolto positivo di tutti questi sentimenti. Il potenziale dietro il dolore, che si trasforma per cercare la Pace, rigettare la guerra (anche fosse solo relazionale). Tirarsi su anche quando si vorrebbe restare giù, nei meandri del crogiolamento di sé. Ad entrambi i disco, e quindi ad entrambe le ME che lo hanno vissuto e scritto, sono profondamente grata. Il filo conduttore sono io, i dischi parlano di me, di come cerco di migliorarmi ogni giorno e di quello che incontro o provo lungo la mia esistenza.

4) Quali sono gli artisti che hanno influenzato la tua musica?

Quando ero più piccola ascoltavo molta Black Music, Soul e R’n’B. Poi ho scoperto e amato la world music di Richard Bona e del West Africa. Nel contempo ho iniziato ad apprezzare il cantautorato italiano, in particolare Lucio Dalla e Pino Daniele ed ancora Battisti. Credo che abbia influenzato la mia scrittura ultima, l’ascolto di Bungaro, di Tosca. Nei miei ascolti c’è Nicolò Fabi, Bersani. Quando voglio tirarmi su, l’unico che riesce è Fulminacci. Non so chi mi abbia influenzato, quando ascolto,  ascolto e quando scrivo, scrivo e basta. È un bagaglio che sta lì, dal quale tiri fuori delle cose e non sai come e perché.

5) Ci sono argomenti particolari che preferisci affrontare nei tuoi testi?

Come vi dicevo sopra, la mia musica è lo specchio di ciò che vivo, della mia crescita personale. Mi piace parlare di questo perché è funzionale a me e credo fermamente che possa essere utile a quel qualcuno che si sente solo nella sua ansia e solitudine, ma in realtà non lo è affatto. Basta confrontarsi con gli altri per scoprire che, nella nostra unicità, siamo molto simili.

6) Come è cambiata la tua musica nel corso degli anni? 

Sicuramente è diventata più grezza, anche se di fondo conserva una dolcezza e un cullamento delle emozioni. Anche il sound si è incattivito tra un disco e l’ altro. Il cantato è e sarà sempre più vicino e somigliante a Me.

7) Qual è stato il momento più significativo della tua carriera finora?

Nel 2023 è successo qualcosa di particolarmente bello. Non ho vinto nessun proprio o roba del genere. Semplicemente ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissata, arrivare sul palco di un teatro con il mio spettacolo in sestetto, viaggiare per la musica, suonare in Francia. Sono molto orgogliosa di me stessa, per tutto quello che ho costruito da sola in visione di quest’anno. Se tornassi indietro, nel 2021, un momento importante è stata l’esperienza di Area Sanremo, a parte la vittoria, è stato un periodo molto utile per me.

8) Hai qualche consiglio per gli aspiranti cantautori?

Fate! Scrivete e cantate! Fate ascoltare le vostre canzoni e a tutti e accogliete le critiche, i no, i giudizi degli altri Prendete ciò che di buono c’è e miglioratevi sempre. Non vi accontentate di chi vi dice “brav*”, non basta e non vi accrescerà. Confrontarvi tanto con gli altri artisti come voi e anche con i più bravi, lasciate dirvi cosa è che per gli altri funziona o non funziona. Non sempre la gente ha ragione, ma neanche ha sempre torto.

9) Qual è il tuo processo di scrittura di una canzone? 

Di solito scrivo testo e musica insieme. È sempre stato un atto spontaneo e creativo legato a un processo emotivo. Nel tempo è cambiato però, faccio più fatica ad essere pura e spontanea, ma quando lo sono, nascono cose meravigliose.

10) Cosa ti piace di più di essere una cantautrice?

“Cantautrice” è l’unica etichetta che difendo sempre, correggo spesso chi mi chiama “cantante”. Cioè… io scrivo la mia musica e le mie canzoni, è una cosa fighissima!! 

11) Ci sono progetti futuri che puoi condividere con noi?

Mi godo quello che c’è iniziando a lavorare con serenità sui nuovi brani. Ci sono ancora tanta tanti palchi che devo calcare, ed il mio obiettivo principale sarà sempre portare la mia musica live!

 Grazie, a presto! Dalila:*