

Il Branco Barracuda nasce sul finire del 2014 a Brescia, fondato da Claudio Romanini con l’intento di proporre brani inediti in italiano di genere pop-rock. Nel 2016 vede la luce il primo disco autoprodotto dal titolo “Biodiversità” contenente 7 brani che permette al gruppo di esibirsi in diversi locali nella provincia di Brescia e in tutta la Lombardia. Nel 2017 si arriva alla formazione definitiva e alla collaborazione con Alka Record Label di Ferrara con la quale vengono prodotti tre nuovi brani, da cui viene estratto il primo singolo “Kamikaze”, pubblicato il 27 aprile 2018, distribuito e promosso dall’etichetta ferrarese, entrato nella playlist di diverse radio, e il 07 dicembre 2018 esce il secondo singolo “Scandaloso” della band bresciana. Nei primi mesi del 2019, Il Branco Barracuda torna in studio a Ferrara per completare il nuovo album, prodotto da Massimiliano Lambertini e Michele Guberti per Massaga Produzioni. “Vieni A Casa Mia”, terzo singolo della band bresciana, esce il 14 giugno 2019, riconfermando l’attenzione delle radio e degli addetti ai lavori. “Collidere” è il nuovo e quarto singolo, disponibile dal 22 novembre 2019, distribuito e promosso da Alka record label, che anticipa l’uscita del primo album. Esce in CD ed in digitale il 24 gennaio 2020, l’atteso album “Borderline”, pubblicato e distribuito da Alka Record Label. “Estate Artica” (27 maggio 2022), “Lothar” (19 dicembre 2022) e “Basta” (24 febbraio 2023) sono i singoli della band bresciana, che hanno anticipato l’uscita del nuovo e secondo album “Rurale” pubblicato il 03 marzo 2023, distribuito da Alka Record Label. Produzione artistica Michele Guberti (Massaga Produzioni), con la partecipazione di Manuele Fusaroli, produttore di alcuni dei maggiori dischi indie italiani, presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara.

RINGRAZIAMO LA BAND BRESCIANA PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Com’è nato il nome della vostra band? Potreste raccontarci anche un po’ la storia della vostra band?
I barracuda, in età tendono a muoversi in gruppo perché altrimenti resterebbero indifesi, mentre in età adulta diventano dei predatori solitari. Con questa metafora vogliamo esprimere l’idea di una band unita e coesa, nella quale ognuno è consapevole dei propri mezzi e di quelli dei suoi compagni. Il Branco Barracuda nasce quindi nel lontano 2014 con questa intenzione di creare musica e anche dopo i vari cambi di lineup lo spirito rimane immutato.
2) C’è stato qualche episodio particolare che vi ha fatto sentire il bisogno di scrivere le vostre canzoni? Qual è stato il vostro percorso formativo e che cosa vi ha influenzato di più?.
Claudio già in precedenza scriveva poesie, che col tempo ha pensato di trasformare in canzoni. Il nostro percorso formativo come band deve molto alla collaborazione con Alka Record Label che ci ha aiutato molto a crescere e dalla quale sono nati gli ultimi due dischi.
3) L’album “Rurale” è uscito il 3 marzo del 2023, potete parlarci di questo lavoro e di Borderline?
“Rurale” è un lavoro di cui siamo molto orgogliosi, in esso vogliamo rappresentare scenari di vita quotidiana in modo ironico, quasi dissacrante, ma anche riflessivo. In tutti i nostri lavori puntiamo a mandare messaggi forti e diretti sotto una base musicale che possa essere alla portata di chiunque.
4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dei dischi?
Entrambi i dischi sono stati realizzati in due sessioni di registrazione di una settimana ciascuno, oltre al precedente lavoro di composizione e di arrangiamento dei pezzi.
5) Attualmente, è difficile pubblicare: un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
In un periodo dove la tecnologia è fruibile da tutti, pubblicare il proprio lavoro è diventato molto più facile. La difficoltà sta poi nel promuoverlo e farlo apprezzare dalla gente.
6) Come avete affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provate per l’attuale abbattimento delle restrizioni?
È stato un periodo che ci ha messo in difficoltà: “Borderline” è uscito letteralmente due mesi prima del primo lockdown quindi sono saltati tanti progetti che avevamo in mente. Ora che siamo tornati alla normalità siamo ancora più carichi di prima.
7) Quali sono i vostri pezzi che più vi rappresentano?
Non c’è una preferenza fissa, addirittura ognuno di noi 5 ha un proprio pezzo preferito diverso dall’altro.
8) Quanto di personale c’è nelle vostre canzoni?
C’è tutto di personale, non vogliamo essere la copia di nessuno. A parte gli scherzi, i riferimenti autobiografici ci sono, ma sono impostati in modo che ognuno possa liberamente interpretarli ed associarli magari ad altri riferimenti personali.
9) Siete una band che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Scriviamo quando troviamo l’ispirazione, che può arrivare da una frase, da un giro di chitarra o di basso o di piano, quando si raggiunge l’intesa giusta, il resto viene quasi in automatico.
10) Cosa significano per voi improvvisazione e composizione e quali sono, per voi, i loro rispettivi meriti?
Questa domanda si lega un po’ a quella precedente: non essendo una band che scrive pezzi a tavolino, partiamo dall’improvvisazione e poi mettiamo insieme i pezzi che stanno meglio.
11) Che attrezzatura usate per comporre la vostra musica?
La stessa che portiamo in sala prove. Più qualche aggiuntina di post-produzione in studio.
12) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensate che la musica si sia aperta al mondo?
Le nostre stesse canzoni fanno parte di questa contaminazione, combinando molteplici influenze diverse. Fissare dei paletti ai generi musicali è riduttivo, la musica è fatta per evolversi e mischiare stili diversi tra di loro fa parte di questa evoluzione.
13) Come giudicate l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Al giorno d’oggi, per farsi conoscere, i social sono fondamentali. Che sia musica o qualsiasi altra arte o lavoro, gran parte della promozione passa da lì.
14) Cosa ne pensate della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio contemporanee?
Non ne capiamo molto, l’importante è che alla fine il risultato suoni bene.
15) Il ruolo dei cantautori e delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la vostra opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel vostro lavoro?
Il compito del cantautore credo sia quello di raccontare storie e trasmettere emozioni. Che poi si parli di politica, di attualità, di amore o di fantasy, se riesce a farmi provare qualcosa vuol dire che è riuscito nel suo intento.
16) Che consigli dareste ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Quando saremo emersi anche noi potremo dare consigli anche agli altri :).
17) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro vi spaventa? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Ora pensiamo ai concerti che ci aspettano nei prossimi mesi, poi vedremo cosa succederà. Il futuro non ci spaventa, la nostra forza nel tempo è stata proprio quella di pensare un passo alla volta senza mai porsi limiti su quelli successivi.