
Samuele Rizzo, in arte Calvisi, è un cantautore cosentino nato nell’ultimo anno del vecchio millennio. Il suo sound e la scrittura sono contaminati da influenze molto diverse tra loro. La musica fin da bambino è sempre stata la sua grande passione, qualcosa che ha sempre ricercato e che gli ha permesso di esprimere se stesso in ogni fase della crescita personale. Esce il 30 settembre 2022, su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radio, “Scigliano” il singolo d’esordio, pubblicato e distribuito da (R)esisto, produzione artistica Michele Guberti (Massaga Produzioni), realizzato presso il Natural Headquarter Studio di Ferrara. “Persi nelle sere” è il nuovo singolo, disponibile dal 22 settembre 2023 su tutte le piattaforme digitali.

RINGRAZIOAMO CALVISI PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Com’è nato il nome d’arte? Potresti raccontarci anche un po’ di te?
CALVISI è molto più di un nome d’arte, rappresenta le mie origini e la mia cultura personale. È infatti il nome della frazione del Comune di Scigliano, nella quale io ho passato l’infanzia e l’adolescenza, rappresenta lo stile di vita di provincia che mi rappresenta a pieno.
2) C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere le tue canzoni? Qual è stato il tuo percorso formativo e che cosa ti ha influenzato di più?.
Certo, ho iniziato ufficialmente a mettere giù i primi testi con gli arrangiamenti durante il Lockdown, che si sono poi convertiti in musica dapprima in una esperienza di band e solo successivamente come CALVISI. Le parole scorrono in me, infatti nelle mie canzoni esce fuori sempre prima il testo, per poi tirare fuori un arrangiamento musicale, sicuramente mi ispiro a generi eterogenei ma comunicanti, dalla scrittura rimata del Rap, per arrivare a suoni sicuramente rock che ben si mescolano l’un l’altro.
3) L’EP d’esordio “Dentro di me” è uscito il 20 ottobre del 2023, puoi parlarci di questo lavoro discografico? Com’è nata l’idea?
Dentro di me è un lavoro che è frutto dell’espressione di un mio anno di vita che è stato travagliato ma sinonimo anche di rinascita, crescita e miglioramento. Rappresenta diverse condizioni personali, alcune viste in terza persona, come nella title-track, in cui narro una situazione quanto mai attuale in questi giorni, la guerra vista dagli occhi di un bambino, l’evolversi di relazioni interpersonali, la crescita ed il guardare alcune situazioni del passato con ormai ironia, come nel brano che ho realizzato in feat. la mia cara amica Martina Bruzzese ed infine il rapporto che ognuno di noi ha con la propria terra.
4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del disco?
Il disco è stato realizzato in più steps, nel periodo tra l’autunno e l’inverno scorso
5) Attualmente, è difficile pubblicare: un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
Sicuramente difficile, per tutto l’impegno e gli sforzi che ci sono dietro, anche perché pubblicare qualcosa, un pensiero espresso in un brano, quindi renderlo fruibile a tutti, vuol dire donare questa propria parte di se al pubblico, non sempre facile e leggera come cosa.
6) Come hai affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provi per l’attuale abbattimento delle restrizioni?
Come dicevo, è stato un trampolino di lancio per la mia carriera artistica
7) Quali sono i tuoi pezzi che più ti rappresentano?
Sicuramente Scigliano, Desideri di Cartone e Persi nelle Sere, fortemente autobiografici, affrontano diversi miei stati d’animo, perché per me la scrittura è un toccasana per riordinare i pensieri
8) Quanto di personale c’è nei tuoi brani?
Assolutamente tutto, i miei brani sono CALVISI.
9) Sei un cantautore che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Ne scrivo fin troppi, la difficoltà sta poi nello scegliere.
10) Da dove trai ispirazione? Hai qualche tipo di rituale prima di iniziare a lavorare?
Solitamente il mio momento creativo è di notte, con un quaderno e una torcia elaboro i miei pensieri su carta, qualche volta in forma di semplice frase, altri come vero e proprio flusso di parole, in generale mi ispiro a ciò che accade dentro di me, ecco perché questo titolo, ma anche intorno a me.
11) Come reagisci quando hai un blocco creativo?
Credo che la situazione non vada forzata, attendo, prima o poi tornerà, basta solo seguire il proprio mood. In generale però per me scrivere di un concetto è molto facile, forse fin troppo, il che mi porta ad avere molti lavori immaturi o non completamente sviluppati in forma di demo.
12) Cosa significano per te improvvisazione e composizione? E quali sono per te i loro rispettivi meriti?
In fin dei conti sempre di musica si tratta, una struttura pensata e meditata da maggiore profondità e spessore ad un’opera, la quale però in forma primordiale non prescinde mai dall’improvvisazione.
13) Che attrezzatura o software usi per comporre la tua musica?
Di base registro le mie demo con i miei strumenti in home-studio per poi produrre il tutto in studio.
14) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensi che la musica si sia aperta al mondo?
La musica è in continuo fermento, oggi si guarda un bel po’ verso il passato, io in primis, prendo ispirazione un po’ da questo un po’ da quello, è molto più facile ed economico raggiungere e scoprire nuovi artisti e generi rispetto al passato, ciò determina una continua amalgama tra diversi contesti.
15) Come giudichi l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Molto utile, consente all’artista di autopromuoversi e gestirsi, al contrario però hanno di molto aumentato la competizione per l’attenzione dell’utente medio, ci sono molte più situazioni e cose da vedere o ascoltare, in genere i social media vengono usati distrattamente, il che spesso non da riconoscenza alla musica quanto all’immagine.
16) Cosa ne pensi della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio contemporanee?
Nel mio punto di vista, essendo abituato alle produzioni moderne, alcune dei decenni passate, registrate e processate con altri standard mi risultano essere difficili da digerire, ma molte altre comunque le trovo eccelse e che non dimostrano gli anni che hanno sulla carta. Vedi tutte le produzioni Pink Floyd a partire da The Dark Side of The Moon in poi, anche le remastered degli album di decenni passati comunque ne risentono, è la qualità che avanza, sicuramente produrre oggi senza questa presenza musicale suonerebbe come qualcosa di datato e poco ammiccante all’orecchio.
17) Il ruolo del cantautore e delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la tua opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel tuo lavoro?
Penso che ci si esponga poco, i pensieri politici ed idealistici sono occultati nella maggioranza dei casi della musica mainstream, difatti quando un artista produce un lavoro più ricercato e più profondo, spesso non fa il boom di vendite e di ascolti, solo nella propria nicchia di ascoltatori riesce a spuntarla. Io scrivo della condizione di tanti ragazzi come me, sociale e personale, in generale la musica ha avuto spesso un ruolo in passato di “agitatrice di masse”, oggi per lo più solo di svago.
18) Che consigli daresti ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Di consigli ne ho bisogno ancora pure io, però il duro lavoro e la voglia di fare penso che alla lunga paghi sempre.
19) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Quali sono i tuoi desideri e progetti per il futuro?
Il futuro? Beh spero di diventare un cantautore riconosciuto, ma so quanto sia difficile. Non lo so, mi godo il presente.